Aste truccate e corruzione: capannone da 700mila euro venduto a 27mila

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La Guardia di Finanza di Velletri, seguendo le direttive del sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, ha arrestato tre persone coinvolte in un sistema di corruzione e aste pilotate. Gli investigatori hanno individuato un meccanismo illecito che ha manipolato le vendite giudiziarie immobiliari nel territorio di Velletri, coinvolgendo curatori fallimentari e professionisti delegati.

I soggetti coinvolti hanno falsificato la documentazione di almeno 17 aste, dichiarandole deserte anche se non le avevano mai indette. Così facendo, hanno dimezzato il prezzo base degli immobili, aggirando il normale processo competitivo. I professionisti corrotti hanno poi favorito acquirenti compiacenti, impedendo ad altri potenziali offerenti di partecipare.

Nel caso più emblematico, un capannone industriale dal valore di oltre 700mila euro è finito nelle mani di un imprenditore indiano per soli 27mila euro. In cambio, i responsabili della truffa hanno incassato una tangente in contanti di 40mila euro.

Durante le perquisizioni, i finanzieri hanno trovato macchinette conta-soldi e circa 30mila euro in contanti presso le abitazioni e gli uffici degli arrestati. Gli inquirenti ritengono che questi strumenti servissero a gestire i flussi di denaro provenienti dall’attività illecita.

Il sistema escludeva deliberatamente ogni forma di concorrenza, nascondendo le vendite al pubblico per permettere agli acquirenti compiacenti di ottenere gli immobili a prezzi stracciati. La Guardia di Finanza continua a indagare su altri casi simili, sospettando che il gruppo abbia replicato il metodo per altre proprietà.

L’inchiesta punta a identificare ulteriori responsabili e a ricostruire l’intero circuito di corruzione, che avrebbe compromesso l’integrità delle procedure fallimentari nella zona.





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