Aste giudiziarie truccate – La Notizia Pontina

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Tre arresti per corruzione e turbativa d’asta
Velletri scoperto un sistema illecito nelle vendite immobiliari pilotate da curatori e professionisti compiacenti

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di tre persone, accusate – in concorso tra loro – di corruzione e turbata libertà degli incanti. L’operazione è stata condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Velletri, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Velletri.

L’inchiesta ha fatto emergere gravi irregolarità nell’ambito delle vendite giudiziarie immobiliari, compiute da alcuni curatori fallimentari e professionisti delegati. Le indagini hanno permesso di svelare un collaudato sistema illecito, fondato su rapporti collusivi tra gli indagati e i soggetti incaricati della gestione delle aste giudiziarie.

Secondo quanto ricostruito, i pubblici ufficiali coinvolti avrebbero violato i propri doveri, pilotando l’aggiudicazione di beni immobili a favore di soggetti compiacenti, legati all’organizzazione. Il meccanismo corruttivo aveva l’effetto di escludere altri potenziali offerenti: le aste non venivano adeguatamente pubblicizzate e le aggiudicazioni avvenivano a prezzi fortemente inferiori rispetto al reale valore di mercato.

Emblematico il caso di un immobile, dal valore stimato in oltre 700.000 euro, aggiudicato per soli 27.000 euro, in seguito al pagamento di una tangente di 40.000 euro in contanti da parte di un cittadino di nazionalità indiana.

Per giustificare il progressivo abbassamento del prezzo base, gli indagati avrebbero attestato falsamente lo svolgimento di ben 17 aste pubbliche, mai realmente effettuate. Questa pratica aveva come obiettivo quello di consentire la partecipazione esclusiva del soggetto corrotto, l’unico a conoscenza dell’effettiva vendita.

Durante le perquisizioni effettuate presso le sedi societarie e le abitazioni dei soggetti coinvolti, sono state rinvenute macchinette conta-soldi e circa 30.000 euro in contanti, ritenuti parte integrante del sistema illecito.

Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, per tutti gli indagati vige la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

L’operazione conferma l’impegno costante della Guardia di Finanza nella tutela della legalità e della trasparenza nell’ambito delle procedure pubbliche e giudiziarie.


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